Negli ultimi anni ha fatto la sua comparsa tra le condotte aggressive dell'adolescente un comportamento autolesionista, il “tagliarsi” o “cutting”, cioè il praticarsi tagli su varie parti del corpo attraverso lamette o taglierini. L'adolescente, più frequentemente femmina, si taglia di solito dopo aver vissuto situazioni di sofferenza o tensione: in alcuni casi si instaura una vera e propria dipendenza da questo rituale. In questo articolo cercheremo insieme di capire il significato di un comportamento così diffuso.
Nel suo ultimo libro “La paura di essere brutti”, Gustavo Pietropolli Charmet sottolinea l'importanza del modello di bellezza, cioè l'insieme delle qualità che un adolescente deve possedere per risultare carismatico e affascinante..
La bellezza si afferma in una società in cui trionfano narcisismo, successo e visibilità sociale. Il corpo dell'adolescente si esibisce sotto i riflettori di un teatro, in cui il palcoscenico è spesso la scuola e il pubblico sono i compagni di classe e i coetanei. Essere applauditi e ammirati dal pubblico è di vitale importanza e fallire in questo scopo diventa causa per l'adolescente di enorme sofferenza .
Nell'adolescenza il corpo non è ancora del tutto integrato all' immagine di sè così come non è del tutto maturata la capacità di tollerare ed elaborare il dolore. E come si comporta quindi un adolescente a contatto con una sofferenza come quella di sentirsi rifiutato e disprezzato dal gruppo dei compagni/e di classe?
L'adolescente ha a disposizione il corpo ed esso a volte viene utilizzato come un tramite per comunicare con gli altri, le parole compaiono sulle braccia o sulle gambe in un linguaggio muto, al posto delle lettere i tagli.
A volte il corpo viene trattato come un capro espiatorio a cui far pagare sofferenze e torti subiti. Procurarsi tagli con una lametta diviene un modo di vendicarsi di un corpo che è una vera e propria minaccia per il sé: ha la colpa di non aver mantenuto le promesse, di non aver raggiunto gli ideali che il gruppo di riferimento ha fissato in maniera impietosa, sancendo il limite tra bello e non bello, popolare e non popolare.
E' perchè l'adolescente si sente brutto, rifiutato, disprezzato che sottopone a un vero e proprio martirio il corpo, come un oggetto separato da sé, da punire e umiliare così come chi lo abita si è sentito umiliato e punito dagli sguardi a volte feroci dei coetanei.
Nella nostra cultura poi la cicatrice è sinonimo di coraggio e il cutting può anche essere visto come un tentativo estremo di riabilitarsi agli occhi dei propri coetanei, una ”medaglia” che racconta sul corpo i tormenti dell'anima ma anche la nascente capacità di farvi fronte. Il dolore mentale viene trasferito nel corpo, dove attraverso un rituale efficace, con l'aiuto di punteruoli o taglierini, viene controllato e di esso resta una strana quiete.
Come ricorda anche Laurence Steinberg, l'adolescente si espone più facilmente degli adulti ai rischi e commette azioni a volte clamorose in quanto il suo cervello ha un maggiore bisogno di sensazioni forti e stimoli eccitanti; inoltre tende ad agire in modo irrazionale e pericoloso per ottenere da parte dei coetanei attenzione e ammirazione.
Il cutting è una violenza su di sé in un adolescente che spesso si ritrova a sperimentare il vissuto dell'impotenza: quando una situazione viene vissuta come “impossibile” la frustrazione sfocia nell' agìto violento di tipo autolesionista. Ancora una volta l'azione “è meglio” del pensiero, sicuramente più praticata oltre che tollerata.
Come agire con queste adolescenti? Una volta che il “linguaggio” dei tagli è venuto alla luce, non più nascosto da maniche lunghe, braccialetti e polsini si tratta di decifrare le lettere: il progetto diviene quindi la comprensione del codice in un dialogo con un adulto di riferimento, che aiuti a trovare nuove strade per l'espressione dei sentimenti e delle emozioni.
Libri consigliati
“La paura di essere brutti: gli adolescenti e il corpo” Gustavo Pietropolli Charmet – Raffaello Cortina Editore 2013
“Adolescence” Laurence Steinberg - Edizioni Mcgraw Hill Book Co 2013