Nel Convegno dal titolo "La Comunità nella protezione dell'Infanzia e dell'Adolescenza" organizzato dall'Ordine Psicologi del Veneto e svoltosi a Padova il 5 giugno, si è affrontato il difficile tema della violenza sui minori.
Solo in Italia sono 100.000 i minori vittime di violenza e abuso presi in carico dalle Ulss.
Il maltrattamento, definito come una minaccia reale o potenziale alla salvaguardia dell' individuo, è una condizione che mette a rischio la salute fisica e psichica del minore. La dott.ssa Alessandra Simonelli, psicologa-psicoterapeuta docente di Psicopatologia dello Sviluppo nell'Università di Padova, descrive che cosa avviene nella mente del bambino maltrattato: egli subisce un vero e proprio arresto sia nella crescita che nelle funzioni cerebrali.
A causa della costante attivazione dei sistemi di risposta allo stress, nel cervello dei bambini sottoposti a violenze e abusi si osserva una riduzione delle dimensioni dell'amigdala, responsabile dell'attribuzione del significato emotivo agli eventi, e dell'ippocampo, che presiede a memoria e apprendimento. Si riscontrano inoltre atrofia corticale e riduzione del metabolismo cerebrale.
Dal punto di vista psicologico una reazione difensiva frequente è la dissociazione, cioè il distacco emotivo e cognitivo rispetto alla realtà che il bambino sta vivendo: egli si estrania, immaginando di essere altrove, come se i fatti minacciosi non stessero capitando a lui. La dissociazione vissuta nell'infanzia darà facilmente avvio a crisi in età adolescenziale.
Dal punto di vista psicologico la piccola vittima si ritrova a vivere un paradosso: vive cioè una situazione di pericolo da cui non può scappare perchè l'adulto che minaccia la sua sopravvivenza è anche quello che si deve occupare della sua cura. Per il bambino è troppo doloroso pensare che la propria madre, ad esempio, sia “cattiva” per cui la “salva” e pensa “Sono io ad essere cattivo e merito di essere punito”. Per questo motivo chi si occupa della psicoterapia del minore maltrtattato dovrà fare i conti con questo meccanismo difensivo e non potrà “distruggere” il genitore violento.
Quando il bambino non è la vittima diretta, nel caso cioè di violenza assistita, spesso i sintomi rivelatori saranno distrazione e mancanza di concentrazione: il suo pensiero sarà infatti rivolto al luogo dove gli altri sono in pericolo.
Ma chi si si occupa della cura dei bambini vittime di violenza e abuso, con il corpo e la mente fermi al momento del trauma?
In Veneto la presa in carico del minore maltrattato e abusato avviene da parte delle èquipe Interprovinciali, attualmente due: Il “Tetto Azzurro”, con sede a Treviso, che serve le province di Treviso Belluno e Venezia, e “I Girasoli” con sede a Padova per le Province di Padova, Vicenza; Verona e Rovigo. Sono èquipe interdisciplinari che vedono coordinarsi tra loro professionalità diverse: psicologo-psicoterapeuta, assistente sociale, neuropsichiatra infantile sono alcune di esse.
Nella provincia di Belluno inoltre è attiva da 9 anni l'Associazione Dafne che, oltre a portare avanti percorsi di formazione e informazione sul tema della violenza sui minori, offre supporto agli adulti vittime di abusi subiti nell'infanzia. Dallo scorso anno l'Associazione Dafne partecipa, con uno dei 25 progetti vincitori del bando, al Progetto europeo SAVE (Solution against Violence in Europe) e quindi andrà a rafforzare il lavoro delle Ulss.
d.ssa Emanuela Dalfreddo
psicologa-psicoterapeuta
www.studiopsicologobelluno.it